Aneddoti – Pagina 4 – Sergio Endrigo
Ago 17, 2014
Novita'!

Categoria: Aneddoti

Le Parole Dell’Addio

00Aneddoti aprile, 17

Questa è una canzone del 1970 praticamente sconosciuta al grande pubblico ma che piace molto a me, a mia figlia e a tutti i miei amici. Quando un amore finisce c’è sempre uno che soffre più dell’altro, ma spiegare perché un piccolo miracolo è finito, è assolutamente inutile.
“Le parole dell’addio sono false, sono di Giuda
Sono false come il fumo
Che si perde nel vento
Sanno di vino amaro
Di frutti tante volte caduti
A marcire tra l’erba
Le parole dell’addio…”

[Sergio Endrigo]

La Rosa Bianca

00Aneddoti aprile, 17

È tratta da un testo del poeta cubano Josè Martì che io ho musicato e tradotto in italiano. Ricordo che nel 1967 cantai questa canzone a Cuba ottenendo un successo incredibile, anche perché Josè Martì è considerato uno dei padri della patria.

[da “Sergio Endrigo” (Lato Side Editori, 1982)]

Ero già appassionato di poesia latino-americana ma ancora non conoscevo la poesia di Josè Martì, poeta cubano. Fu Bacalov a dirmi il testo di La Rosa Bianca perché io musicassi questa poesia. Quando poi mi invitarono a Cuba mi accorsi che loro lo consideravano una specie di eroe nazionale, con tanto di statua enorme in una piazza dell’Avana.

[da “Sergio Endrigo. La Voce Dell’Uomo” (Edizioni Associate, 2002)]

E’ stata l’unica proposta di lavoro musicale fattami dal maestro Bacalov in dodici anni di collaborazione, dal ’62 al ’74. Oltre a fare i suoi bellissimi arrangiamenti per le mie canzoni, io l’ho chiamato parecchie volte per aiutarmi a definire musicalmente alcune mie canzoni.
Era una poesia di Josè Martì ma allora non sapevo chi fosse. La musicai e fu messa nella presentazione del film “La Rimpatriata” di Damiano Damiani.
Quando mi invitarono a Cuba per la prima volta, scoprii che Martì era considerato il più grande poeta cubano, quasi il padre della Patria. All’Avana c’è un suo monumento alto un centinaio di metri. Mi invitarono molte volte a Cuba, senza darmi un dollaro ma con un’ospitalità da ambasciatore. Per la “revolucion” si fa questo e altro…

[Sergio Endrigo]

La Prima Compagnia

00Aneddoti aprile, 17

Nella musica e nel racconto ricorda l’atmosfera sudamericana che io amo molto. È una canzone che ricorda i miei primi amori nel retroterra veneziano, che allora non mi sembrava così squallido come viene descritto ora.

[da “Sergio Endrigo” (Lato Side Editori, 1982)]

La Colomba

00Aneddoti aprile, 17

Anche questa canzone la cantai nel recital che feci al Piccolo Teatro nel 1970. Era una romanza per pianoforte e soprano del poeta spagnolo Raphael Alberti, che Bacalov ha trasformato in canzone riducendo gli intervalli che c’erano.

[da “Sergio Endrigo” (Lato Side Editori, 1982)]

La Colomba in origine era un lied di Gustavino, un musicista argentino, con un testo scritto da Raphael Alberti, che proprio in quel paese fu esule per molti anni durante la dittatura spagnola di Franco. Era un lied lunghissimo, con delle pause interminabili tra una quartina e l’altra, così Bacalov lo ridusse in forma di canzone ed io la cantai.
L’ultima volta che sono stato a Cuba, nel Maggio del 1997, l’ho cantata insieme ad un cantante cubano, lui in spagnolo, io in italiano.

[da “Sergio Endrigo. La Voce Dell’Uomo” (Edizioni Associate, 2002)]

La Ballata Dell’Ex

00Aneddoti aprile, 17

È nata dalle letture di Calvino, Pratolini, il Cassola della “Ragazza di Bube”. Questa canzone esprime l’amarezza di quanti avevano creduto nella grande rivoluzione che doveva avvenire nel dopoguerra e che ovviamente non c’è stata.
Questo brano è stato censurato dalla Presidenza del Consiglio per i versi:
“Se il tempo è galantuomo io son figlio di nessuno
Vent’anni son passati e il nemico è sempre là”
Il biglietto autografo di censura l’ho visto con i miei occhi. La Fonit-Cetra allora era legata all’IRI e quindi probabilmente doveva dar conto a qualcuno che stava in alto, a cui questa canzone dava fastidio. Fatto sta che il verso incriminato compare nello spartito ed è sostituito dal fischio nel disco.

[da “Sergio Endrigo” (Lato Side Editori, 1982)]

L’Arca Di Noè

00Aneddoti aprile, 17

Festival Di Sanremo 1970. Questo brano ebbe degli attacchi furibondi da Lietta Tornabuoni, che all’epoca era ancora costretta ad occuparsi di canzonette. Le basi delle sue accuse erano costituite dal fatto che i versi della canzone erano un misto di Martinetti e Lorca. Altri tempi, altre critiche! Anche Padre Ugolino si scagliò contro questa canzone perché sosteneva che non “lasciava nessuno spiraglio alla speranza”.
Cantai L’Arca Di Noè in coppia con Iva Zanicchi. Ricordo che i giornali di allora scrissero cose di questo tipo: “la Zanicchi ha dichiarato che sarebbe andata a Sanremo solo con questa canzone”; oppure: “la Zanicchi è andata a Sanremo con Endrigo contro il parere del marito”. Questa, comunque, è una canzone che canto ancora oggi e riesco a strappare sempre un applauso supplementare in maniera un po’ ruffiana, dicendo: “E quando dico <> intendo dire anche <>.

[da “Sergio Endrigo” (Lato Side Editori, 1982)]