È nata dalle letture di Calvino, Pratolini, il Cassola della “Ragazza di Bube”. Questa canzone esprime l’amarezza di quanti avevano creduto nella grande rivoluzione che doveva avvenire nel dopoguerra e che ovviamente non c’è stata.
Questo brano è stato censurato dalla Presidenza del Consiglio per i versi:
“Se il tempo è galantuomo io son figlio di nessuno
Vent’anni son passati e il nemico è sempre là”
Il biglietto autografo di censura l’ho visto con i miei occhi. La Fonit-Cetra allora era legata all’IRI e quindi probabilmente doveva dar conto a qualcuno che stava in alto, a cui questa canzone dava fastidio. Fatto sta che il verso incriminato compare nello spartito ed è sostituito dal fischio nel disco.
[da “Sergio Endrigo” (Lato Side Editori, 1982)]