Arrivano da un latro mondo non sai da dove e quando
Appaiono sull’orizzonte
Improvvisamente il messaggero grida forte
Che sono già alle porte i barbari
E fanno a pezzi mezzo stadio
E gridano dalle autoradio saccheggiano le rinascenti
E pisciano sui monumenti
Si ammazzano nelle latrine
E rubano le patatine i barbari
Avanzano piantano tende
Non han paura più di niente
Sono tanti e sono tutti
E sono magri e sono brutti
E parlano la lingua forte
Chi sa uccidere è la morte i barbari
Poi si addormentano come bambini
Abbracciati all’ombra delle cattedrali
Figli di un’ aquila dalla immense ali
Il popolo si è inginocchiato
Il Papa è sul sagrato
I paramenti pontifici
Contro mille cicatrici
Miracolo sui sacri marmi
Depongono le armi i barbari
Che cosa si saranno detto lo sanno pochi eletti
Ma l’ordine è non provocarli
Divertirli e ubriacarli
In fondo sembrano anche buffi
Scommetti che li truffi i barbari
Ed eccoli sui teleschermi finalmente inermi
Nascondono i pensieri
Tra le barbe e le criniere
E ridono ridono tristi
Con l’allegria dei batteristi i barbari
E si avvelenano stanchi animali
Mangiando polvere in immensi tribunali
Figli di un’aquila a cui tagliano le ali
E tu patrizio senatore di repubblica ed impero
Nel nuovo corso della storia ti senti uno straniero
E stamattina è dichiarata la tua guerra privata ai barbari
E alzi ancora la tua voce invece della spada
Ma la tua toga bianca di uomo senza macchia
La squarciano le frecce la fionda una pernacchia
I barbari
E mentre stai morendo ti offrono una sigaretta
E con gli occhi spaventati ti tagliano la testa
Con il presagio oscuro che loro adesso è loro
Il mondo del futuro

Testo: Bartolocci
Musica: Endrigo/ Bardotti

Edizione: Concertone/ Warner Music Publishing