Scrivo quasi tutte le favole a tavolino come da ragazzo scrivevo i testi delle canzoni, da paroliere formato alla lettura dei trattatelli di Mogol (“Io, la canzone”, e altri). Con “bimbi.it” abbiamo instaurato una tradizione: ogni anno scrivo una favola per metà dicembre: è la mia favola di Natale. Una mia amica scrittrice dice che parto da un pensiero e poi lo trasformo in fiaba. Ha ragione. Sapessi, dopo l’11 settembre, quanto ho penato per alleviare gli spiriti e decidere di scrivere una cosa disimpegnata, da far sorridere appena…
Ciao Rodari scarica il racconto
È stato scritta a caldo sotto l’effetto della commozione per la notizia della scomparsa di Gianni Rodari e poi tenuta nel cassetto per molti anni fino agli apprezzamenti del giornalista di Repubblica Edo Parpaglioni e del critico cinematografico Fernaldo Di Gammatteo. Un giorno, dovendo provare per la prima volta il funzionamento della mia e-mail, l’ho mandato casualmente qua e là come allegato (ignoro se in simili circostanze prevalga più il destino o l’inconscio). Non saprei dirti chi è stato a ricevere la prima e-mail. Ricordo però che dopo tre o quattro invii, qualcuno (credo sia stato web magazine) mi fece notare che proprio in quel periodo ricorrevano i vent’anni dalla scomparsa del giornalista e scrittore di cui sono stato lettore per tanto tempo (in molti ricorderanno certamente come “Paese Sera”, con la manifestazione “Caro Anno Nuovo”, festeggiasse insieme ai suoi piccoli lettori, e con Rodari in testa, il giorno della Befana …). E proprio in occasione dei vent’anni dalla sua scomparsa è apparsa su una trentina di siti italiani e non, ed è stata pubblicata su un periodico per l’infanzia (“Il Forte Guerrino”).
Il Paese Parallelo scarica il racconto
Una mia amica scrittrice mi ha rimproverato aspramente rilevando come essa sia del tutto priva di speranza. Non ci posso far niente. L’argomento non si presta a retoriche e nemmeno a banalizzazioni, almeno da parte mia. Il paese da cui parte l’emigrante è stato privato di una sua risorsa (è monco di lui), l’emigrante perde radici e quando torna o torna letteralmente morto o torna senza continuità di contatto con la sua cultura d’origine (non si è evoluto di pari passo con la sua comunità, stava altrove): in un senso o nell’altro non è più vitale per il suo corpo sociale (“…tornati se mai in un senso o nell’altro cadaveri…”). E tutti i suoi punti di riferimento (nella fattispecie le lucertole vispe e guizzanti sotto il sole, le lucciole fitte e svolazzanti di sera – a proposito hai mai visto le lucciole? -) sono stati sommersi insieme agli utensili, ai mezzi di trasporto, agli animali da lavoro e domestici dal trascorrere del tempo che avanza con la stessa irrefrenabile implacabilità di un fiume in piena che cancella ogni cosa che incontri sul suo cammino. E’ questa purtroppo l’emigrazione, non dipende da me…
La Fiaba Allegra scarica il racconto
È stata pubblicata su web qualche anno fa e fu citata a suo tempo da Specchio de “La Stampa”, rievoca indirettamente Federico Fellini.
La Fiaba Triste scarica il racconto
Nuvoletta scarica il racconto
È nata inizialmente come testo di una canzone (ormai dimenticato): chissà che Nuvoletta o Gelsomina non riescano ad ispirare il grande Sergio…
Chissà.
Un Giorno Un Computer scarica il racconto
Non ha molto senso, come tante cose che fanno parte della nostra vita quotidiana. E’ stata la mia favola di Natale dopo l’11 Settembre.
di Paolo Gatto
(Svolge attività di addetto stampa e collabora con una TV commerciale. Negli ultimi anni si è occupato di terza età per un quotidiano e per un settimanale. Fa parte del comitato di redazione di un periodico culturale bimestrale. Ogni fine d’anno scrive una favola che ormai in molti definiscono la sua “Favola di Natale“).